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La storia del Colosseo, detto anche Anfiteatro Flavio

Omnis Caesareo cedit labor Amphitheatro, unum pro cunctis fama loquetur opus.

«Tutti i monumenti restano inferiori all’anfiteatro di Cesare, la fama celebrerà questo solo per tutti», con queste parole Marco Valerio Marziale, uno dei più grandi ed importanti poeti dell’Impero Romano, decanta le lodi e la magnificenza del Colosseo.

Noto agli antichi Romani come Amphitheatrum Flavium, e situato nel cuore della città di Roma, il Colosseo oltre ad essere il monumento più imponente dell’antica Roma è anche il più grande anfiteatro del mondo, capace di contenere fino a novantamila spettatori.

Il termine “Colosseo”, che deriva dall’aggettivo latino “colosseum” traducibile in colossale o gigantesco, si diffuse solo nel medioevo poiché a pochi metri dall’anfiteatro sorgeva la statua del Colosso di Nerone.

Costruzione

L’inizio dei lavori per la sua costruzione sono datati nell’anno 71 d.C, per volontà dell’imperatore Vespasiano. L’area scelta per l’edificazione del Colosseo era una vallata tra la Velia, il colle Oppio e il Celio, in cui si trovava lo stagnum citato dal poeta Marziale, fatto scavare da Nerone per la propria Domus Aurea. Questo specchio d’acqua, alimentato da fonti che sgorgavano dalle fondazioni del Tempio del Divo Claudio sul Celio, divenne la base di una nuova costruzione ed evidenziò il gesto “riparatore” di Vespasiano contro la vecchia politica del “tiranno” Nerone, che aveva usurpato il terreno pubblico destinandolo ad uso proprio. Vespasiano fece dirottare l’acquedotto per uso civile, bonificò il lago e vi fece gettare delle fondazioni, più resistenti nel punto in cui avrebbe dovuto essere edificata la cavea. L’edificio era il primo grande anfiteatro stabile di Roma, dopo due strutture minori o provvisorie di epoca Giulio-Claudia e dopo centocinquanta anni dai primi anfiteatri in Campania. Vespasiano vide la costruzione dei primi due piani prima di morire nel 79 d.C.

Il Colosseo con Tito

Nell’80 d.C. Tito, figlio di Vespasiano, lo inaugurò dando inizio a cento giornate di giochi durante le quali, secondo le fonti, si sarebbero alternate rappresentazioni di celebri battaglie a vere e proprie battaglie navali, spettacoli di caccia a drammi basati sulla mitologia classica. Sin da subito l’edificio divenne simbolo della città imperiale, espressione di un’ideologia celebrativa che definì veri e propri modelli di politica e, per dirla in termini moderni, di creazione del consenso nel popolo. Da qui la famosa locuzione latina “panem et circenses”, letteralmente pane e giochi circensi, usata nell’antica Roma per sintetizzare le aspirazioni della plebe, o, in epoca contemporanea, in riferimento a strategie politiche demagogiche.

Il Colosseo con Domiziano

Quando Tito muore nell’81 d.C. sale al potere suo fratello Cesare Domiziano Augusto Germanico, l’ultimo della dinastia flavia, che porterà a conclusione i lavori iniziati da Vespasiano, effettuando modifiche importanti all’ipogeo e ultimando la costruzione della fontana “Meta Sudans”.Domiziano realizzerà inoltre un complesso sistema di sotterranei in muratura in sostituzione delle opere in legno. Tali sotterranei avranno differenti funzioni legate agli spettacoli. Tali modifiche non permisero più di allagare l’arena e le “naumachie” divennero impossibili. Da Domiziano in poi l’arena fu riservata ai “munera”, i giochi gladiatori, ed alle “venationes”, le cacce di animali selvatici.

Adiacenti all’anfiteatro furono innalzati alcuni edifici di servizio per i giochi: i ludi (caserme e luoghi di allenamento per i gladiatori, tra cui sono noti il Magnus, il Gallicus, il Matutinus e il Dacicus), la caserma del distaccamento dei marinai della Classis Misenensis (la flotta romana di base a Miseno) adibiti alla manovra del velarium, il summum choragium e gli armamentaria (depositi delle armi e delle attrezzature), il sanatorium (luogo di cura per le ferite dei combattimenti) e lo spoliarum un luogo in cui venivano trattate le spoglie dei gladiatori morti in combattimento.

Dopo il 410 d.C, la destinazione d’uso dell’anfiteatro cambiò radicalmente, diventando dapprima luogo in cui venivano uccisi animali selvaggi, poi cimitero e nel X secolo luogo di abitazione e di botteghe d’edilizia.

Il Colosseo oggi

Oggi è l‘icona italiana più nota al mondo, nel 1980 è stato inserito nella lista dei siti Patrimonio dell’umanità dall’UNESCO, e nel 2007 è stato l’unico monumento europeo incluso tra le Nuove sette meraviglie del mondo segnalate. Il Colosseo rappresenta il simbolo della città e dell’antico Impero Romano ed è una delle maggiori attrazioni turistiche per numero di visitatori in tutta Italia, con circa otto milioni di visitatori ogni anno.

 

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